sabato 31 maggio 2014

Google Big G " La nuova frontiera di Google"

Attraverso il progetto “Self Driving Cars”, Google sta lavorando sul prototipo della Big G, l’auto che si guida da sola e che, secondo le intenzioni dell’azienda del noto motore di ricerca, tra 5 anni sarà commercializzata in massa.
Secondo le intenzioni di Google, a bordo della Big G i passeggeri si aspettano un veicolo in cui il loro compito sarà quello di appoggiarsi allo schienale, rilassarsi e godersi il viaggio. Il guidatore quindi, nell’auto di Google diventerà passeggero: Big G abolirà completamente la figura del conducente.
L’auto parte con un bottone di avvio, uno di arresto ed è munita di uno schermo che mostra il percorso.  Il nuovo prototipo rilasciato in questi giorni dalla divisione Google X, è una tappa ulteriore del percorso decennale partito nel 2010 e che entro i prossimi 5 anni, secondo le intenzioni di Google, farà sbarcare sul mercato la Big G, la macchina che si guida da sola, che sempre secondo le intenzioni del costruttore, sarà venduta in massa.
L’autovettura in grado di trovare parcheggio autonomamente e svolgere comuni attività durante la giornata. Un’automobile capace, spiega sempre Google, di “trasformare in storia passata guidatori distratti o ubriachi, consentendoci anche di poter fare un salto in centro all’ora di pranzo senza perdere 20 minuti per trovare parcheggio”.
Il nuovo prototipo testato dall’azienda di Mountain View non ha un volante, né pedali. Al momento raggiunge i 40 km/h ed ha solo due posti. E’  priva di qualsiasi confort interno dato che Google al momento ha posto l’attenzione solo sui sensori di sicurezza. A guidare l’auto è un software interno e dei sensori impiantati lungo il perimetro dell’auto e collegati a “Lidar”, il gigantesco occhio elettronico montato sul tetto. Addio punti ciechi: la Big G è in grado di rilevare oggetti in tutte le direzioni ad una distanza maggiore di 250 metri, circa due campi da calcio.
L’auto al momento ha ancora delle parti su cui i tecnici di Google stanno ancora lavorando. Big G ad esempio, non è in grado di funzionare in presenza di condizioni meteo avverse come nebbia, pioggia e neve e non riesce a sopravvivere offline. Se perde la connessione al web, la vettura non è in grado di seguire le mappe e quindi bisognerà tornare all’antica riprendendo i comandi per guidare manualmente fino a casa.
L’auto che all’apparenza assomiglia ad una Smart, al momento non è anche in grado di rilevare i comandi manuali della polizia che fermano le auto per un controllo. Big G non può neanche segnalare animali come scoiattoli: i sensori montati sulla Google car infatti, al momento non rilevano animali così minuscoli.
Alberto Broggi, docente di Visione Artificiale all’Università di Parma e fondatore del Vislab che da più di vent’anni realizza prototipi autonomi però, non ha dubbi: “La tecnologia è pronta, mancano le leggi. Nel giro di cinque anni potremmo vedere i primi veicoli automatici sulle autostrade, dove è più facile rispetto alla città. 
Forse tra molti anni non vedremo più conducenti al volante, forse non si prenderà più la patente, forse si dovrà soltanto comprare una macchina e comandarla sulla destinazione. Vedremo quali saranno le conseguenze in tutto il mondo.
Afaldo e Solomon.

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